Fine line

L’ho fatto davvero. Non ci credo. Tutta la vita ho sempre saputo che la bomba dentro di me sarebbe esplosa, ma non avrei mai pensato potesse succedere con lei.

Fin da piccolina, il Natale è sempre stata la mia festa preferita, più del compleanno addirittura.
Il semplice fatto di vedere tutte le lucine appese alle case e sentire il calore che trasmettevano al paese durante la notte mi faceva stare bene. Sentivo come se in quel momento il mondo si fermasse, per dare spazio alla bontà che c’è in ogni essere umano e che puntualmente in quel periodo dell’anno si affacciava alla finestra come la luce di prima mattina. Ma ovviamente, come ogni bambino, le cose le vedevo con occhi troppo distanti dalla realtà che quei piccoli occhietti non potevano neanche immaginare essere possibile.

Ora, dopo 20 anni, quella bimba che c’è in me non esiste più, e anche se mi impegnassi per ritrovarla, sarebbero tutti sforzi inutili.
È morta, ed io sono l’assassino.
Se le persone ragionassero per tutto il corso della loro vita con la testa di un bambino il mondo sarebbe un posto più semplice da gestire.
Niente emozioni complicate, se sei arrabbiata urli, se sei triste piangi, se sei felice ridi, se sbagli chiedi scusa. Questo è quanto. Questa è la vita vista da occhi ben diversi rispetto a quelli di un adulto.

Quando cresci, la magia svanisce, e la realtà distrugge i nostri sogni costringendoci a mutare in una persona opposta ai nostri ideali bambineschi.
Non è più facile suddividere le emozioni in 4 scompartimenti, i compleanni si fanno più malinconici e la magia del Natale se ne va.
O almeno questo è il mio caso.
Oggi, 07/12/2022 ho spezzato il cuore alla persona a cui non avrei mai pensato di fare del male.

Sono ormai 3 anni che mi riprometto di non andare a quello stupido pranzo natalizio con persone che vedo al massimo 3 volte l’anno.
Ho sempre pensato che il Natale vada passato con le persone più importanti per te, a casa, in pigiama, bevendo cioccolata calda mentre in tv danno tutti i film di Natale più belli.
E invece ogni anno ho sempre ceduto alle suppliche della mia famiglia. E ogni anno mi sono sentita a disagio andando ad un pranzo dove non sentivo lo spirito natalizio.
E oggi, ho deciso che non mi sarei fatta mettere i piedi in testa da nessuno quest’anno.
Avevo già detto svariate volte a mia mamma che non sarei andata a quel pranzo, e che loro potevano benissimo andare. Io sarei stata bene a casa. Dopotutto è da anni che sono sempre tra me e me, ma ovviamente nessuno se n’è reso conto, perchè per loro ridere e scherzare vuol dire stare bene, ma non sanno cosa mi è passato per la testa.
E oggi, ovviamente visto che mia madre non sapeva più come convincermi, ha mandato mia sorella, perchè lo sa che è il mio punto debole. E il fatto che lo abbia usato per persuadermi mi fa incazzare da morire.
Cerca di fare leva sulla mia coscienza, facendomi sentire in colpa per non essere riconoscente alla mia famiglia.
Ed è eccola li, la rabbia che sale, la stanchezza che si fa sentire su tutti i muscoli, le lacrime che mi salgono agli occhi perchè so già che quello che sto per dire le farà male, ma non posso controllarmi, non più, e soprattutto non ora.
Cosi premo il pulsante di invio e spengo lo schermo. Penso e ripenso a quelle parole che tagliano come una lama appena affilata: “Famiglia? No, sto bene da sola. Dovete lasciarmi stare.”.

Sento il telefono vibrare, e ancora un’altra vibrazione. Un’altra, e un’altra ancora. Ho paura ad accendere il telefono. So già la delusione che ci sarà nel suo tono, ma in questo momento sono cosi arrabbiata che non mi importa.
“Da quanto pensi questo di noi? Spero che tu stia scherzando, la tua famiglia c’è sempre stata quando avevi bisogno. Sentirti dire questo è di un egoismo!”
A questo punto non mi trattengo più. Sono un fiume in piena. Prendo il volante della macchina e inizio a tirargli pugni come se potesse farmi sentire meglio. Dopo trenta secondi mi impongo di riprendere il controllo, non posso permettermi errori alla guida.
Eyes forward” questa frase per quanto possa essere tossica mi aiuta sempre a ricompormi quando non posso permettermi di crollare.
Non è l’avermi dato dell’egoista che mi ferisce, ormai ci sono abituata. Lo fate da anni, e anche se nessuno l’ha mai detto a voce alta finora, si percepiva dai vostri sguardi…ne’ tantomeno il fatto che abbia davvero osato dirmi che la mia famiglia c’è sempre stata. Ah ah ah, forte questa. Avrei voluto sputarle addosso tutte le volte in cui mi ha girato le spalle, ma sarebbe stato troppo difficile spiegare che essere famiglia non vuol dire solo esserci quando stai male fisicamente.
Quello che ha fatto male più di tutto è che mi ha chiesto da quanto tempo ho queste emozioni riguardo la mia famiglia. Il dolore che ha provato mentre mi faceva quella domanda, come se non si sentisse abbastanza per me, lo posso percepire a pelle.
Decido di non risponderle, troppe emozioni in così poco tempo. Devo metabolizzare tutto quello che è successo.

Decido di mettermi a fare qualche edit per passare il tempo. Fuori è troppo buio per andare a correre, anche se ne ho davvero bisogno. Ma dopo qualche ora sono ancora lì che ci penso ovviamente.
Come sarà quando domani la vedrò? Cosa dovrei dirle? Sento già l’imbarazzo che ci sarà tra noi.
Di scusarmi non ne ho la minima intenzione, non questa volta. Devono capire che non possono tenere unita una famiglia che non è mai stata una famiglia. Almeno per me. Ho dovuto sempre affrontare le mie emozioni da sola. Fin da piccola ci sono sempre stati tantissimi casini e io essendo la più piccolina venivo sempre accantonata perchè erano “problemi dei grandi”. Cosi io ascoltavo, capivo, immagazzinavo, e dovevo metabolizzare tutto da sola. E da allora non ho più smesso. Avevo un problema? Lo risolvevo. Ero in ansia? Loro non devono saperlo, tanto sono troppo occupati con i “problemi dei grandi”, posso gestirla da sola.
Ed ora chi è la cattiva della famiglia? Ovviamente io. Perché sono fredda, distaccata, e mi comporto come se non sentissi la famiglia unita. Ma come potrei dopotutto?

Forse sono semplicemente io a sbagliare. Sono un’irriconoscente e dovrei vergognarmi per aver detto quelle parole.
Sono io che ho una concezione sbagliata di famiglia. Magari famiglia è anche litigare, però sono convinta che non sia ignorare o ancor peggio, sminuire, i sentimenti di una persona.
Deridere qualcuno per le sue passioni, o i suoi hobby. Io pensavo che famiglia significasse sostegno incondizionato, e non mi sembra di averlo mai visto nella mia “famiglia”. Ma ovviamente sono sempre io a sbagliare.

Ed ora sono qui, sul letto, gli occhi che chiedono pietà per le troppe lacrime versate, il respiro affannoso, la nausea che si fa sempre più forte, e un disperato bisogno di essere inghiottita dal mondo.
In un limbo tra –ho ragione io– e –hai sbagliato tutto nella vita-, non so da che parte buttarmi.
Forse ho appena mandato a puttane tutta la mia famiglia per sempre, e probabilmente ho anche lasciato un segno indelebile su mia sorella. Sto malissimo al solo pensiero di averla ferita, ma io non ce la faccio più ad essere sminuita perchè sono diversa dai vostri standard, perchè ho una personalità particolare rispetto alla vostra, o perchè mi fisso troppo con cose non reali. Io sono cosi, a voi non sta bene, e lo avete reso ben chiaro.
Credete di conoscermi ma se vi raccontassi tutto quello che mi è successo negli ultimi tre anni so che rimarreste basiti.

Forse dopo stasera nulla sarà come prima, forse mi pentirò. O forse fra qualche anno mi ringrazierò per quanto successo stasera, riguardando il passato come una vecchia ferita di cui si vede solo il segno sbiadito della cicatrice.

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Grazie a chi è ancora qui a leggere nonostante la mia pochissima continuità nel pubblicare.

#familyissues #mentalhealth #eyesforward #alone #sadness

Ricostruire

2 teens seriously injured in suspicious fire in Lachute | CTV News

Quando c’è un incendio, la prima cosa che ci viene da fare è uscire fuori, scappare, prima che il fuoco ci raggiunga. E mentre noi fuggiamo da quell’inferno, i vigili del fuoco fanno esattamente l’opposto. Loro entrano, si buttano tra le fiamme per spegnerle, evitare un danno peggiore, e magari salvare qualcosa prima che le fiamme si trascinino via tutto.
Dopo una tragedia come un incendio, bisogna rimboccarsi le maniche e ricostruire la casa, con un po’ di malinconia perchè si sa che non sarà più la stessa casa di prima, nè a livello estetico, nè a livello emotivo.
Oggi pomeriggio, mentre stavo guardando Station 19 (per chi non lo conosce: vi consiglio di googlarlo e guardarvi qualche puntata) ho notato che se mi esterno dal mio corpo, e guardo in maniera oggettiva, io sono esattamente a quel punto dell’incendio.
La mia vita è completamente bruciata. E la parte esilarante è che sono io la piromane. Non ho la minima idea di come ci sono arrivata a questo punto, ma suppongo che una cosa tira l’altra.
Si ho una casa, un lavoro, una ragazza, e dopo questo?
Certo potreste sempre dire “E ti lamenti? Molte persone sono messe peggio di te”, e io non dico il contrario, ma c’è una cosa che nessuno può darmi eccetto me stessa: la mia essenza.
Tutto ciò che ho nella mia vita, rappresenta gli oggetti dentro alla casa. Mi accompagnano, arricchiscono la mia presenza sulla Terra, ma non possono formare quello che sono, la mia anima appartiene a me, e se non sono capace di auto-riempirla con dei punti fissi che mi rappressentano, allora gli arricchimenti non servono a nulla.
In questo momento mi sento come se avessi in un angolo gli scatoloni pieni di addobbi e la mia casa completamente spoglia. Devo trovare la forza per riprendere in mano la mia vita e sistemarla. E credo che mi ci vorrà un po’, anzi, forse non ci riuscirò mai.
Ho lasciato andare la scrittura, un po’ per mancanza di costanza, e un po’ perchè la mia testa è sempre cosi piena di pensieri che non saprei nemmeno cosa scrivere. Ho pensato che sarebbe venuto fuori un articolo disordinato e senza un nesso, cosi ho sempre rimandato a quando avrei avuto le idee in ordine. Ma in realtà quello che mi serviva era esattamente questo, scrivere, buttare giù parole che sentivo in quel momento per scaricare la pesantezza e l’ansia.
Voglio essere il mio vigile del fuoco, spegnere le fiamme che ho dentro e iniziare a dare una ripulita a tutti i miei casini. Non so se ci riuscirò, ma posso sempre provare.
Credo sia utile al giorno d’oggi riuscire a paragonare i momenti che ci colpiscono, che ci smuovono le viscere, con i problemi che dobbiamo affrontare e dai quali magari non ci è semplice uscire.
Esternare i propri sentimenti non è facile per tutti. A volte si crede di essere riusciti a trovare il punto che collega tutte le linee, ma un attimo dopo la testa scombussola tutto e si finisce col non sapere nemmeno quale sia il problema che si sta affrontando.
Bisogna trovare la propria mappa, per riuscire a fare chiarezza quando ci sono troppi pensieri nella propria mente. Solo in quel modo si alleggerisce la pressione.
Grazie per aver letto fin qui. Ti auguro buona fortuna con i tuoi pensieri.

Vi lascio un paio di informazioni:
Ig instagram: angy_cc_22 (se vi va di scrivermi anche solo per due chiacchere sono più che felice)
Station 19: https://www.actvid.com/watch-tv/watch-station-19-full-39167.4933360
Il link è per vederla il lingua originale con i sottotitoli in inglese, altrimenti, se volete guardarla in italiano, potete andare su siti come eurostreaming o il genio dello streaming.
Se vi va, potete condividere le vostre idee su questa serie con me, attraverso instagram. Vi ho lasciato l’ig sopra.
Non leggete la trama, soprattutto su wikipedia, non le dà il giusto rispetto.

Solo uno sguardo.

Certe persone sono destinate a stare da sole.
Non importa quanto provino a essere capite.
Alcuni algoritmi non verranno mai compresi.

Ci ho provato ad aprirmi, a farti capire come mi sento, ma sono così complicata che nemmeno io lo so; sono una continua alterazione tra “voglio aprirmi e far capire chi sono” e “nessuno è come me, sarò sola per sempre”. Sono complicata; cosi complicata che neanche un algoritmo riuscierebbe a trovare una soluzione.
Vorrei un amore semplice, felice, spensierato, ma so che sarebbe troppo monotono: e la monotonia non fa per me.

“Love is pain” -Alex Vause- Orange is the new black
Questo è amore, una continua sofferenza.
Bisogna lottare in amore, sempre. Se non sei disposto a farti male, o non hai le forze per lottare, non sei pronto per amare.
Sono masochista. Continuo a sbattere addosso allo stesso muro da tutta la vita e non ho ancora capito che forse dovrei smettere. Ma smettere di fare cosa esattamente? Smettere di aiutare le persone? Smettere di aiutarle ad amarsi un po’ di più oppure smettere di accettarle anche con tutte quelle cicatrici?
Vi svelo un segreto: tutto ciò che faccio, lo faccio anche per ritrovare un pezzo di me. Perchè sono così rotta da fare schifo, sono talmente tanto rotta che tutti quelli che hanno provato ad aggiustarmi, si sono tagliati e sono scappati. Non li biasimo. A volte mi faccio male anche da sola, e vorrei solo non essere…così.

Animated gif about gif in The 100 by abigail1326
Octavia Blake as “Bloodreina”
The 100

Ho un mostro dentro di me, e certe volte non riesco a domarlo. Certe volte, lascio che salga in superficie per distruggere quello che ho intorno, solo per proteggere chi amo.
Strano vero? Lasciare che un mostro distrugga tutto solo per proteggere chi ami proprio da quel mostro. Lo so, ma preferisco scottarla una volta invece di distruggerla completamente. So che andrà a finire così. Non voglio, ma sento che mi sta sfuggendo di mano…
E quel mostro, non può distruggere anche lei.
Quella maledetta volta non sono riuscita a salvare mia sorella perchè sono stata troppo ingenua, e questo ci ha distrutte, ci ha portate al capolinea; darei tutto quello che ho per riaverla qui, e magari non sarei così fredda, stronza, distante in certi momenti. Però una cosa me l’ha insegnata quella storia: niente legami, così è più facile sopravvivere. Oggi infatti, preferisco farmi odiare da chi amo, l’importante è che sia al sicuro.

Uno sguardo, voglio solo uno sguardo, per potermi immergere nella bellezza che hai dentro e che nascondi.
Lo so che potrebbe far crollare le mura che ho intorno, e potrebbe anche mandare all’aria la promessa che mi sono fatta <Niente legami>, ma francamente non m’importa, perchè so che un tuo sguardo, mi farebbe respirare di nuovo.

Il peggior nemico dell’amore è…

Quando chiedete ai vostri genitori cos’è l’amore loro vi rispondono che l’età dell’adolescenza è la più emozionante perchè si scoprono nuove sensazioni, tra cui l’amore.
“Quando incontrerete quello/a giusto/a ve ne accorgerete, perchè non smetterete di pensarci, e il cuore inizerà a battere senza fermarsi più.”, ci dicono così, ed è lì che veniamo fregati, perchè da quel momento inizamo a fremare dalla voglia di crescere per trovare <l’amore della nostra vita>, ma non ci dicono che è la cosa più difficile che ci capiterà, non ci dicono che sicuramente soffriremo, che a volte sarà una cosa impossibile e potremmo perdere la persona che ci rendeva migliori.

Ci mentono. Ci mentono sempre.
E quando diventiamo grandi inziamo a farlo noi con loro; partiamo con una piccola bugia, ad esempio quanto abbiamo speso per fare shopping, e con il tempo passiamo alle bugie più grandi, come quando diciamo che usciamo con un’amica ma in realtà dobbiamo uscire con il nostro/a ragazzo/a. E se ci beccano? Sono problemi amari, perchè “non dobbiamo dire le bugie”, quando sono loro che ci hanno abituati a questo tipo di vita sociale, mentire agli altri, e mentire a se stessi.
Lo hanno fatto per proteggerci? Mentiamo a noi stessi perchè non vogliamo stare male?
Si. Ci sono persone che agiscono in questo modo.
Chi ha letto tutti i miei articoli sa che da quando sono piccola odio le bugie, e chiunque me le dica non si merita di essere mio/a amico/a, figuriamoci essere la mia ragazza. Preferisco una pistolata al petto piuttosto di una sega che mi taglia una gamba lentamente. In ogni caso prima o poi la verità salterà fuori, quindi che senso ha illudere una persona visto che dopo sarà peggio per lei accettarla e andare avanti? Ve la dico io la risposta: non ce l’ha il senso.
Io sono incazzata con le vecchie generazioni. Hanno avuto le loro bellezze in quegli anni non lo metto in dubbio, ma si sono dimenticati di quando erano loro a stare male perchè i genitori non li lasciavano uscire con il ragazzo/a di cui avevano anche solo una semplice cotta. Ecco perchè adesso lo fanno con noi; ci impediscono di vivere la nostra vita a 360°, vogliono tenerci dentro un’ampollina di vetro invece di spronarci a uscire e farci male per poi capire come evitare di cadere un’altra volta. In questo modo a mio parere molti ragazzi ai giorni d’oggi non sanno chi sono e chi vogliono diventare, perchè non hanno esplorato abbastanza.
Le vecchie generazioni sono chiuse, non danno a confidenza a nessuno, pensano di sapere già tutto, ma in realtà non sanno niente perchè i modi degli adolescenti, le abitudini, le sensazioni sono cambiate: ogni giorno c’è qualcosa che cambia, invece loro sono ostinati a far rimanere la vita così come va bene a loro. E questo secondo me è anche uno dei motivi per cui non accettano la comunità LGBT. Si ritengono tanto cristiani ma quando si tratta di omosessualità allora la Bibbia si dimentica e diventano tutti omofobi. Ormai non dovrebbe neanche essere necessario il coming out, perchè ognuno ama chi sente di amare, senza distinzione. E inoltre, nella Bibbia non c’è nessun riferimento all’odio che Dio prova per gli omosessuali, quindi, aggiornatevi e non arrampicatevi sugli specchi perchè vedrete che si romperanno anche quelli, insieme alla mia pazienza.
Bene, dopo questa parentesi aperta ( la chiudo perchè altrimenti finisco tra vent’anni ) possiamo continuare.
Come dicevo, i nostri genitori non capiscono che viviamo in una società in continuo mutamento, è sempre più difficile trovare persone per bene, per questo molti/e ragazzi/e utilizzano delle applicazioni dove si può chattare con altri utenti. Qual è il problema? È così che molte persone iniziano a provare interesse per qualcuno ma sa che probabilmente non potrà mai vederlo/a almeno fino a quando non compirà i 18 anni, soprattutto se abita distante.
Io, che compio 18 anni a novembre di quest’anno, aspetto di prendere la patente solo per poter andare dalla mia ragazza, che tra l’altro non abita neanche tanto distante, ma so che i miei non mi accompagnerebbero.
Quindi mi chiudo, mi allontano da lei e penso che forse è il caso di mollare la presa perchè probabilmente quando potremmo vederci non avremo niente da dirci e svanirà tutto. Poi ripenso a tutto quello che ci siamo date e capisco che non posso mollare la presa, perchè anche se devo aspettare un anno, lo aspetto, anche a costo di stare male e soffrire questa dannata distanza che ci separa.
Perciò, se io che mi mancano pochi mesi per essere “autonoma” sento il bisogno di dover urlare perchè tutto questo protezionismo ha senso ma fino a un certo punto, posso perfettamente capire chi ha 14/15 anni e deve ancora aspettare molto.

Cosa fa più male in una relazione? La distanza.
Perchè se l’amore non è abbastanza forte, la distanza avrà la meglio, e solo per colpa dei nostri genitori che hanno una mentalità chiusa oppure sono semplicemente sfaticati, potremmo aver perso la nostra vera opportunità per poter essere felici.

L’amore è sempre una buona ragione per mandare tutto all’aria.

Certe volte non basta una sola frase per descrivere ciò che si prova.
In questo momento, a me, non basterebbe un vocabolario intero per farvi capire i fuochi d’artificio che ho dentro.
Non so se seguite il mondo delle serie tv, ma di recente mi sono imbattuta in una vecchia citazione della 1° stagione de “La casa de papel”:
-L’amore è sempre una buona ragione per mandare tutto all’aria-

E’ tutto vero quello che dicono: l’amore è una cura, l’amore ci rende migliori, l’amore ci cambia.
Guardate me, ero una ragazza che si fidava solo di se stessa, allontanando tutti solo per paura di soffrire, e un bel giorno, così per caso, ho incontrato la persona più importante per me, e grazie a lei sono diventata una romanticona che Di Caprio in confronto non si avvicina minimamente.
Non so perchè sto scrivendo questo, ma era da giorni che qualcosa dentro di me mi diceva che dovevo prendere le cuffie, ascoltare la mia musica, e lasciare che le parole uscissero.
Però credeteci, perchè forse vi sembrerà impossibile poter provare certe cose, ma quando ci sei dentro ringrazi solo di esserti messo alla prova un’altra volta.
Io è da due mesi che vivo in paradiso, ho conosciuto questa ragazza e non vedo l’ora di poterla avere tra le mie braccia, solo per poterla ringraziare ogni giorno di tutta la mia vita per avermi fatto credere ancora una volta nell’amore, quando volevo solo isolarmi dal mondo intero.
Io mi credevo sbagliata, e lei mi ha fatto capire che l’amore non ci può rendere sbagliati.
Quando una persona ti entra dentro, non ti importa di quello che ti circonda, vuoi solo rendere felice quella persona.
Non è facile, d’altronde niente lo è, ma questo rende la ricompensa ancora più soddisfacente: vederla ridere fa ridere anche me, e sentirla mentre mi dice che la faccio stare bene è il miglior regalo che potessi mai chiedere.
L’Italia intera sta passando un momento davvero diffcile, però molti vedono questo virus come un nemico che distrugge solo la sanità e l’economia; ma sapete cos’altro distrugge? Le relazioni. Questa quarantena sta distruggendo un sacco di legami che prima erano perfetti.
Per questo io non posso fare altro che ringraziare di aver incontrato una persona come lei, perchè lei, la quarantena me la sta rendendo una favola.

E’ vero che sto vivendo in paradiso, ma so anche che questo paradiso potrebbe distruggersi nel giro di due secondi, perciò, ancora una volta, carpediem.

Sai è così bello quando va bene, che per quando va male, me ne faccio una ragione.
-Skam Italia-

Ne vale davvero la pena?

La vita gioca brutti scherzi: prima ti fa intendere che forse non sei fatto per la normalità, hai altre ambizioni , devi puntare in alto senza farti coinvolgere da tutte le debolezze che ti circondano di continuo, amicizie, famigliari, amore…E per quanto tu voglia provare a rischiare ancora sei d’accordo con lei perchè hai già sofferto troppo e non hai più niente da dare.
Poi durante una tranquilla giornata di febbraio, conosci una ragazza e senza farci caso ti ritrovi due settimane dopo a parlare ancora con lei, ed è in quel momento che pensi: “Wow, sono ancora qui che ci provo, dopo tutte le cadute, tutte le bruciature che mi sono fatta, sono ancora qui che lotto per qualcosa che non posso controllare.” Così decise di soprannominare questa ragazza come <La ragazza che mi fa perdere l’equilibrio.>

I giorni passano, i mesi anche, e quelle due ragazze stanno ancora parlando senza stancarsi mai di raccontarsi a vicenda la loro infanzia, le loro figure, i loro pensieri…fino ad arrivare ai loro segreti.
Il legame che si sta creando tra loro è veramente forte, tanto forte che non è più considerata un’amicizia.
In quel momento fantastico della loro vita, senza pensieri, solo a pensare a quanto sono fortunate ad aversi, arriva un virus pronto a distruggere tutta quella bellezza che si era creata in così poco tempo.

Se all’inizio non erano preoccupate, dopo qualche settimana la situazione si capovoltò: lo zio della migliore amica della <ragazza che mi fa perdere l’equilibrio> è stato contagiato da questo virus, e visto che non è ancora stata trovata una cura, si presume che morirà a breve.
Quella mattina la <ragazza che mi fa perdere l’equilibrio> è cambiata, non era più come prima, ed è stato prorpio li che si è capito quanto fragile fosse in realtà; stava sempre a piangere per la sua amica, diceva che la uccideva vederla così, che si sentiva inutile a non poter far niente…diceva che era da giorni che piangeva per lei…
Ovviamente non puoi biasimarla, è una situazione piuttosto critica e tutti stanno male. Ma nonostante questo l’unica cosa a cui riesci a pensare è: “E se prova qualcosa per lei? E se io fossi solo una deviazione dalla sua vita?”. Quando senti la persona più importante per te in quel momento dirti che la sua amica è a pezzi e anche lei perchè si sente inutile e niente riesce a tirarle su il morale, due domande te le poni.
Ti senti tu inutile a quel punto, perchè ogni cosa che dici dopo un minuto ti sembra sbagliata, non sai cosa dire in queste situazioni, sei stata abituata a lotte, sangue, lacrime e non a frasi che consolano la gente: quando ti capitava una giornata no ti rimboccavi le maniche e lottavi senza piangerti addosso… Ma quando vedi una persona che occupa un posto bello grande nel tuo cuore che ha bisogno di conforto, capisci che è quella la tua nuova sfida, farla stare bene, farla ridere un po’ durante questa giornata nuvolosa, quindi ti rimbocchi le maniche e lotti, come sempre.

Onestamente, la prima volta pensi che non hai mai dovuto affrontare una sfida così complessa nella tua vita, la cosa che il giorno prima ti sembrava difficile era alzarsi dal letto quando vorresti dormire ancora un po’, oppure dover portare fuori la spazzatura quando vorresti startene in casa sdraiata nel divano davanti alla tv.
Può essere difficile rassenerare una persona? Si, molto.
Potresti pensare di mollare tutto e andare da un’altra parte? Si, quasi sempre.
Potresti pensare che la ragazza che cerchi di proteggere sia innamorata della sua migliore amica e che la cosa sia reciproca? Si, tutte le volte che ti dice che piange per lei.
Potresti credere di essere solo unsa distrazione per dimenticare la sua migliore amica? Si, sempre.
Potresti pensare che non sarai mai all’altezza della sua amica e di conseguenza lei non ti amerà mai? Si.
So cosa vi state chiedendo in questo momento: “Se questa storia porta così tanto dolore perchè stai ancora cercando di starle accanto quando sarebbe meglio cambiare strada e andare verso una via più facile?” La risposta è molto semplice, una volta capita: Le stai accanto perchè in passato nessuno lo ha fatto con te, ecco perchè non ti senti a tuo agio in queste situazioni, perchè non ti ci hanno mai abituato. Le stai accanto perchè quando la senti dire che sta a pezzi il tuo stomaco si stringe, e vorresti solo andare li per abbracciarla, ed è li che capisci di amarla. Quindi stai li, e sopporti, un po’ perchè speri in un finale migliore, e un po’ perchè ormai ci sei dentro fino al collo, e andarsene farebbe più male che restare.
Io non avevo mai compreso il concetto di amore.
“Come si fa a capire se si è innamorati?”, questa è stata la domanda che ho posto a un ragazzo in una storia di instagram, e sapete cosa mi ha risposto? “Sai di essere innamorata quando smetti di chiedertelo.” Quando ho letto la sua risposta sono scoppiata a ridere pensando “Sei proprio di grande aiuto”, ancora adesso faccio fatica a credere di essermi messa a ridere, quando in realtà è proprio così: sai di essere innamorata quando mentre pensi ai vostri momenti insieme non ti chiedi se la ami, ma quando ti fa ridere dalla bocca ti esce “Ti amo”. E’ in quell’istante che non ti poni più domande, vorresti andare da lei e dirle solo quelle due parole, perchè sai che risolverebbero tutto.

Non ho mai scelto strade facili,
Non mi spaventano le salite.
Se c’è da correre, corro.
Se c’è da rischiare, rischio.
Ma una cosa è certa, ne deve valere la pena.

Ho notato un certo fascino nei suoi occhi, occhi che raccontano una storia.

Non si può sempre organizzare la propria vita, non si può obbligare il nostro cuore ad incontrare una persona che ci stupisca, che entri nei nostri pensieri in un breve periodo, quando succede, succede.

Quanto è brutto vedere le proprie amiche abbracciate con i rispettivi ragazzi? Io detesto sentire come le mie amiche parlano delle relazioni che stanno vivendo, delle emozioni che si provano, le farfalle nello stomaco, le notti passate in bianco per pensare ad una persona. Detesto tutto questo, detesto vedere le altre persone felici e vedere me che non posso fare altro che pensare a quella persona, perchè so che dichiararsi sarebbe un enorme casino e farebbe finire nei casini entrambe.
L’ho conosciuta a scuola e all’inizio neanche la calcolavo, mi sembrava una delle tante ragazze di quella classe che si credeva superiore ad altri; poi ho iniziato a osservarla meglio e ho notato un certo fascino nei suoi occhi, occhi che raccontano una storia, occhi che ne hanno passate tante ma sono ancora qui.
Durante i cambi dell’ora e a ricreazione era sempre seduta nel suo banco con una mela in una mano e il telefono nell’altra, con lo sguardo di una ragazza che voleva scappare da quel posto, per trovarsi in tutt’altra posizione e vivere senza essere giudicata; io la ammiravo per questo, e volevo a tutti i costi conoscerla meglio, per scoprire cosa ci fosse dietro a quello scudo…
Un giorno, mentre scendavamo le scale per tornare in classe mi rivolse la parola per la prima volta, e per quanto possa essere banale, io mi sentii al settimo cielo, per me era un traguardo bello e buono, anche se non avevo fatto niente per guadagnarmelo.
Da quel giorno ho sempre provato a trovare delle motivazioni per parlarle e adesso siamo amiche…e mi basta, invece di non averla preferisco ottenere la sua amicizia.
Questa mattina avevamo ginnastica e per sbaglio mi ha tirato la palla in faccia, lei senza troppe peoccupazioni è corsa da me e mi ha chiesto scusa baciandomi la fronte: per me è stato tutto, soprattutto perchè lo ha fatto solo con me quando la palla l’ha tirata addosso anche ad altre ragazze.
E’ così bella, quando sorride mi fa sentire bene, ha quel super magico sorriso, che quando la vedo pensierosa mi viene voglia di andare lì e farle il solletico solo per farla ridere. Lei è…semplicemente se stessa, e non potevo voler altro.

Sapete una cosa? Ho appena riletto ciò che ho scritto e mi sono resa conto che non ho dato l’idea di quello che intendevo dire, forse perchè se non lo vivi probabilmente non lo puoi capire, per quanto ci sforziamo di spiegare ciò che proviamo, non si può capire totalmente.
Lei mi fa stare così bene che quando la vedo mi preoccupo solo di vedere il suo sorriso stupendo; e poi, quegli occhioni verdi, è impossibile non notarli. Vederla scherzare con altre persone mi fa impazzire, ma allo stesso tempo accetto il fatto che lei debba essere felice, e se lo è senza di me, la lascierò andare, perchè non sarò di certo io la ragione per cui spegnerà quel sorrisone.

Perciò ragazzi, non fissatevi su una persona se non funziona, non cercate disperatamente una persona con cui condividere tutto, perchè arriverà, e allora si che avrete tanto da dire, a partire da voi stessi.

Il vero volto delle persone non è sempre quello che vedi.

Non sono una ragazza che spesso corre dietro alle persone, non ne faccio un dramma se qualcuno mi gira le spalle, non mi deprimo se mi capita di essere abbandonata perchè tanto sono abituata a stare da sola, so com’è: all’inizio può essere dura, anzi, più che dura, ma con il tempo andrà meglio, va sempre meglio, bisogna saper aspettare.

La vita mi ha insegnato che nessuno sarà pronto ad aiutarti senza volere niente in cambio, c’è sempre un doppio fine, per quanto banale possa essere, c’è.
Ed è per questo motivo che non mi fido delle persone, almeno non subito; non riesco a capire certa gente come fa a conoscere una persona e dopo un giorno la considera già la persona più importante della sua vita, con mille stories su instagram, con i cuori e tutte frasi trovate su internet.
Io non ci riesco, sarò anche strana, ottusa e introversa, ma non ce la faccio a conoscere una persona e dopo due ore raccontarle tutta la mia vita; bisogna andare per gradi, almeno secondo me: certo, non nego il fatto che potresti conoscere una persona sincera, simpatica, carismatica e tutto quello che vuoi, ma non puoi dire che dopo una semplice chiaccherata è diventata la tua migliore amica.
Tutto questo ovviamente non c’entra con il fatto che io sono chiusa in me stessa, ma il tempo e la fortuna mi hanno fatto vedere il vero volto delle persone. Sapete perchè la reputo una fortuna? Perchè io sono stata fortunata a capire com’è la gente in realtà, e ne sarò sempre grata; non ci sono molte persone che lo sanno, e grazie a questa informazione io posso proteggermi e allo stesso tempo, posso proteggere.

Quando ti dicono che le persone veramente importanti si possono contare in una mano (esclusi i parenti), credeteci. Non lo sto dicendo per riaffermare quello che è stato detto e ridetto da ormai tutta la vita, anzi un tempo anche io pensavo fosse una cazzata, ma una volta che ti sarai accorto di quanta gente ti sostiene davvero, potrai capirmi.
In questo momento la mia mano ha due posti occupati, e spero che rimangano occupati per tutta la mia vita; ho anche altre amiche con cui parlo durante il giorno ovviamente, però non sono così fondamentali come quelle che occupano un posto nelle mia dita, e soprattutto, nel mio cuore. Certo, se dovessi litigare con una mia amica ci starei male, sarebbe strano il contrario, ma lo supererei; invece, se dovessi litigare con una di quelle due ragazze che sono le pompe del mio cuore, non sopravviverei, non più.
Perciò non spezzatevi l’osso del collo per trovare la persona giusta che pompi il vostro cuore, non cercate senza sosta la “vostra persona”, perchè più la cerchi e più si nasconde. Dovete camminare sul vostro percorso, e quando sarà il momento, arriverà quella persona che vi riempierà di felicità, spensieratezza e anche orgoglio.

Io ho coperto due posti nelle dita della mia mano, non perchè sono tirchia, ma principalmente per due motivi: un po’ è sucesso per caso; il secondo motivo è che sto tenendo occupato il terzo posto per l’amore della mia vita: non voglio che occupi uno degli altri posti, e soprattutto non voglio che occupi il primo!
La penso come Dante per certi versi, il tre è il numero perfetto, e in secondo luogo mia mamma quando voleva che finissi quello che avevo nel piatto mi diceva: “Dai solo tre d’amore.”, così mi è rimasto impresso questo numero, e adesso lo paragono molto spesso alla mia vita.
Inoltre, se l’amore della mia vita occupasse il primo posto e per qualche vaga ragione dovesse andarsene, il vuoto che lascierebbe non si potrebbe colmare, e mi distruggerebbe; infatti, al primo posto ho messo una persona che sono certa non mi abbandonerà mai, perchè distruggerebbe anche lei, e il mondo sarebbe un posto noioso, triste, senza…vita.

Perciò ragazzi, sorridete alla vita, andate per la vostra strada senza aspettare nessuno, se vi cade addosso una sasso, sorridete, perchè dopo quella botta in testa, vi metterete il caschetto, e il dolore non ci sarà più, sarete voi più forti del sasso.
Non spaccatevi la testa per cercare una possibile persona speciale, arriverà, quando meno te lo aspetti.
E sorriderai, eccome se sorriderai! Sarai pieno di te stesso e soprattutto, sarai pieno di quella persona che rende i tuoi giorni migliori.

Bisogna saper ascoltare le proprie domande.

A volte devi scegliere, devi prendere una decisione, devi scegliere una strada che ti possa portare successo, felicità, amore…
Almeno questo era quello che pensavo prima, prima che lei mi sfiorasse con quel suo cazzo di sguardo, prima che mi travolgesse la vita e prima che mi lasciasse da sola sul ciglio della strada con un milione di domande a cui non sapevo dare una risposta. Così ho preso tutti quei dubbi, e li ho archiviati, tutti, dal primo all’ultimo e senza provare a dargli una spiegazione, perchè il vuoto che mi aveva lasciato non era poi così tanto grande, ma mi sentivo usata, e questa cosa non mi stava bene, così ho chiuso la porta che mi collegava direttamente a lei e con lei anche tutto quello che mi collegava al suo mondo.
Sapete, all’inizio mi andava anche bene, ed è strano perchè come sapete io amo le risposte e odio le domande. Ma poi, quei dubbi sono venuti a galla, un po’ alla volta, crescendo sempre di più e portando con loro altre domande a cui non sapevo rispondere, e ho cercato di sopprimerli, ci ho provato, ma non ci sono riuscita, ogni volta che credevo di aver vinto, le domande tornavano a darmi il tormento, fino a quando non ho capito che forse era il caso di provare ad ascoltare.

Tutto è iniziato quando mi sono messa insieme al mio ex ragazzo, era un tipo abbastanza sveglio, non troppo bello ma neanche orribile; era un tipo a posto, era dolce e ci teneva a me. Solo che lui ci teneva più di quanto ci tenessi io.
Lui era davvero, ma davvero perfetto, forse un po’ appiccicoso, ma lo faceva perchè mi amava, solo che quando stavo con lui sentivo di non essere completamente me stessa.
A distanza di un anno o poco più, lui mi ha confessato di pensarmi ancora, e voleva riavermi al suo fianco; solo che io non potevo, perchè l’affetto che provavo per lui era ed è tanto, ma non potrà mai essere più di un’amicizia.

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Da quel momento ho iniziato a farmi delle domande, ad esempio sul perchè non mi andasse bene la relazione visto che era così carino con me, ed è così, ma con lui sapevo che non avrei mai potuto aprirmi come facevo con lei.
La barzelletta è che quando io e la mia amica eravamo in classe insieme neanche ci guardavamo in faccia, poi abbiamo scelto scuole diverse, abbiamo cominciato a frequentarci, ed avevamo molte più cose in comune di quanto pensassi.
Lei mi faceva ridere anche quando era la giornata più piovosa dell’anno, mi faceva fare figure di merda epiche ma a me andava bene lo stesso perchè le faceva anche lei; non mi lasciava mai affrontare un brutto periodo da sola, c’era sempre.
Solo che quel giorno, ha sconvolto la mia vita: noi sedute nel divano in camera sua, parlando a vanvera, il suo braccio dietro la mia schiena, i nostri sguardi che si incrociano, le nostre labbra che si toccano, le nostre anime che si legano.
E’ stata la giornata più bella della mia vita, almeno fino a quando non mi ha chiamata, la stessa sera, dicendomi che non poteva continuare a vedermi.
Mi sono sentita usata, come un sacchetto delle immondizie, e ci ho messo un po’ per mandare giù il magone, anche perchè prima di tutto questo casino lei era la mia migliore amica, quasi una sorella, e non potevo accettare questo comportamento da parte sua.
Per molto tempo l’ho tenuta nella mia lista nera, pensando che potesse farmi solo male ripensare a quei momenti, e ho deciso che tutti i ricordi e tutte le cose che mi riportavano a lei dovessero essere eliminate dalla mia memoria, compresi i momenti belli.
Ed è stato proprio qui il mio errore: non ho voluto ascoltare la mia voce, che mi urlava di capire perchè mi ero comportata in quel modo. Perché l’avevo baciata?
Dopo aver sentito la campanella dentro la mia testa che mi stava svegliando da questo coma, ho iniziato a capire ciò che voglio, e ci sto ancora lavorando, ma per ora, è quello che sento.

A volte bisogna scegliere, ma altre volte, certe cose ti piombano davanti e tu non puoi fare nulla per schivarle, devi cercare di accettarle, e basta.

Stavo per chiudere una porta, convinta di quello che facevo, ma sei arrivato tu e…

Vi è mai capitato di non sapere completamente cosa fare? Quando vorresti scegliere una strada che è giusta per voi, senza problemi o pensieri, e mentre vi avviate arriva una voce nella vostra testa che vi spinge a guardare nell’altra direzione, nell’altra vostra possibile scelta?
E’ così che mi sento io in questo momento, avevo chiuso un altro capitolo della mia vita, stavo “pulendo casa” o come si dice, pronta ad andare avanti, pronta a ricominciare a vivere…
E invece, sento una voce che mi chiama dietro di me, l’avevo già sentita prima, ma non riuscivo a collegare la voce con l’identità della persona, forse per distrazione, o forse perchè il mio disco rigido aveva rimosso quel viso dalla mia testa, quel viso tanto dolce, ma allo stesso tempo tanto stronzo per avermi dimenticata e abbandonata…
Ora sono qui: ho due possibilità, quella razionale che va bene per tutti, e quella che richiede a ciascuno di noi di essere intrepidi.
Quale dovrei scegliere?

La scelta razionale è come un bosco, ti senti in qualche modo protetta dalla natura, perchè anche noi alla fine non siamo altro che natura.
Il bosco è calmo, non devi preoccuparti di come andranno le cose, comunque sia, tu li starai bene; c’è la calma, c’è il silenzio, non ci sono i rumori che trovi vicino alla strada, non c’è nessun pericolo che potrebbe farti crollare moralmente…diciamo che è esattamente il posto perfetto dove tutti vorrebbero stare.
Ma qualcuno riesce a dirmi dov’è l’adrenalina? Dov’è quella sensazione che si prova dentro? Come se ci fosse un incendio dentro la nostra cassa toracica che sta per far esplodere tutto?
Dov’è il divertimento?
So che molte persone preferiscono andare sul sicuro, ed è quello che stavo per fare anche io quando mi sono fermata a pensare: “Aspetta un attimo, io non sono così. Io sono una di quelle ragazze che rischia sempre di più per cadere ancora una volta e farsi un’altra cicatrice. Sono una di quelle ragazze che ormai alla tristezza ci è abituata quindi che differenza fa una volta in più? Sono una ragazza che ama l’adrenalina, dov’è finita tutta la mia parte intrepida?”, e ho ascoltato quella voce, l’ho ascoltata e riascoltata; se all’inizio pensavo che quella voce non sarebbe più rientrata nella mia testa, adesso è costantemente nella mia testa.

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Ad oggi non so dirvi se sono una persona razionale o intrepida, penso di stare scoprendo nuove parti di me, e devo dire che mi piacciono tutte tranne una: la capacità di chiudere una porta e lasciarla chiusa per sempre. Spesso mi capita di riguardare il mio passato, e a volte mi capita di voler ritornare a quel passato, che sembra bello e senza sofferenze. Poi ovviamente mi pento, e mi vergogno di questo lato di me, questo continuo passaggio tra paradiso e inferno.
Vorrei essere una ragazza con più determinazione per quanto riguarda quest’ultima cosa che ho detto, vorrei avere il potere di pensare cinque minuti a quella cosa che ogni notte mi toglie il sonno e capire cosa voglio davvero, una volta per tutte, senza ripensamenti.

Però ho capito che questa cosa non succederà mai, perciò grazie a questo testo che mi ha aiutato a fare un po’ di ordine nella mia testa, e grazie a Lortex che con la sua canzone “Insieme” (vi lascio il link per ascoltarla) mi ha dato la spinta per scegliere la mia strada.
Non so se questa scelta è quella giusta, non so se tra un mese mi pentirò, potrebbe essere che in questo momento mi sto sbagliando completamente e che magari soffrirò di nuovo. Ma la vita non è fatta per rimanere li a pensare se quello che stai facendo è giusto, bisogna agire, e se cadrai, ti rialzerai e continuerai perchè tutti hanno un loro punto debole, e questo è il mio.

Sono io.
Sono una ragazza impulsiva, e ne vado fiera.
Perché piuttosto di avere il rimorso per tutta la vita di non aver scelto niente, preferisco scegliere, magari poi soffrire per poi sorridere di nuovo. Ma almeno io ho scelto.

Lortex-Insieme